Nel pugilato ci sono sconfitte e sconfitte. Quella subita ai punti da Anita Torti (Team Cavallari-Ventura, Milano, 1976, 6+ 3ko / 1= / 2-) sabato sera allo Sporthal Sint Pieter a Sint Truiden in Belgio dalla locale Delfine Persoon (Team Tampere, Belgio, 1985, 22+ 9ko / 1- 1ko), già pluricampionessa Ebu, Ibf e Wibf dei pesi leggeri, brucia sì (perché nessun pugile è mai contento di perdere!), ma regala all’avvocatessa milanese nata in Madagascar la soddisfazione di aver tenuto testa per dieci round ad un’avversaria più esperta e quotata e la consapevolezza di poter competere senza timore ad alti livelli.

Tanto che la belga ha sportivamente dichiarato al termine del match di non aver mai dovuto faticare tanto in carriera, e che i suoi tifosi (presenti in un migliaio nel palazzetto) hanno a più riprese trattenuto il fiato nel corso delle dieci intense riprese, molto più combattute di quanto dicano i cartellini dei giudici (100-90, 99-91 e 99-91): «Ma Anita ne ha vinte almeno tre _ racconta il manager Sergio Cavallari, all’angolo della Torti insieme al maestro Garcia Amadori _ cioè la prima, la sesta e la nona. Le altre, equilibrate, se le è aggiudicate di misura la Persoon, che ha vinto giustamente. Ma Anita si è battuta come una leonessa, ha ribattuto colpo su colpo e non è mai stata in vera difficoltà. La differenza la fatta l’esperienza in più della belga, ma la Torti ora è consapevole di poter competere a questi livelli».
Ufficio stampa Team Cavallari-Ventura

Foto di Marco Chiesa

Di Alfredo