di Giuliano Orlando
Non si può certo dire che l’AIBA si sia adagiata, dopo la rivoluzione della scorsa stagione in cui la presidenza è passata da Ching-Kou Wu, al vertice dal 2006 a Franco Falcinelli, attraverso un percorso a dir poco ad ostacoli. Wu ha dato le dimissioni consapevole che il suo nome non resterà all’ombra, ma tornerà alla ribalta per chiarire i troppi interrogativi durante la sua gestione a dir poco disinvolta. Con lui, l’ex direttore esecutivo, il coreano Ho Kim la cui figura sembra più ricca di ombre che di luci. D’altronde, quando le problematiche dell’AIBA interessano organi di stampa come il New York Times e The Guardian, significa che gli scheletri ci sono. A quel punto a sobbarcarsi onori ed oneri è toccato a Franco Falcinelli, vice presidente e membro più anziano dei membri AIBA e presidente europeo. Come sempre accade, quando avvengono sconvolgimenti a livello politico-dirigenziale, anche i vertici subiscono variazioni. Dal 2016, il peso politico di nazioni come Azerbajan e Kazakistan ha iniziato la fase calante, mentre India e Russia sono tornate a far sentire il loro peso. Lo confermano gli appuntamenti della scorsa stagione e quelli in proiezione Tokyo 2020. Nel 2017 l’India ha ospitato i mondiali youth femminili facendo incetta di titoli, più o meno meritati. A Mosca il Comitato esecutivo AIBA a fine luglio, oltre a fissare le manifestazioni più importanti fino al 2021. I mondiali maschili 2019 a Sochi (Russia) e 2021 a Nuova Delhi (India). I mondiali femminili 2018 a Trabzon (Turchia) e a Nuova Delhi (India) nel 2019. Dal 13 al 16 gennaio a Roma, la Commissione Tecnica e il Comitato Esecutivo dell’AIBA sotto la presidenza di Falcinelli, hanno trattato temi di attualità. Varata l’elaborazione del meccanismo denominato B.A.R. (Bout Analisys Review) atto a dare visibilità e cancellare gli eventuali verdetti errati in modo chiaro. Il collaudo del nuovo sistema, avverrà a Roseto degli Abruzzi nel chietino, in occasione degli europei youth maschili e femminili in aprile. Spazio riservato alle WSB, con l’augurio che a Tokyo i professionisti siano più numerosi di quanti presero parte a Rio. Giustificata speranza visto che ai Giochi brasiliani la presenza dei professionisti risultò simbolica e priva di qualità. Quello che non ho capito, leggendo il comunicato stampa, è il sistema per l’ammissione ai Giochi. Che dice: “E’ stato deciso (dall’AIBA) che i pugili professionisti potranno qualificarsi per i Giochi Olimpici solo attraverso il torneo WSB a squadre”. Per fortuna che a questa decisione manca l’ok definitivo del Congresso che si terrà a Mosca a novembre. L’impressione personale è che il comunicato sia incompleto. Spiego il perché. L’AIBA trattando l’argomento già lo scorso anno, fece sapere che i professionisti potevano prendere parte ai Giochi, facendo parte delle nazionali in occasione dei tornei di qualificazione. L’imposizione posta dall’AIBA, se è corretta la notizia, di fatto chiude al professionismo. A parte che il riferimento riguarda il torneo del 2019 o al massimo 2020, la rassegna è circoscritta alle sole nazioni presenti, che non appaiono in espansione, semmai il contrario. Si è passati dai 16 team, del 2015-2016 agli attuali 11, numero minimo delle otto edizioni. Già questo segnale dovrebbe far riflettere. Non solo, appare curioso l’accanimento di voler convincere i professionisti a prendere parte ai Giochi, togliendo ai dilettanti il diritto di gareggiare senza una concorrenza estranea allo spirito della competizione. Che possa essere un business è tutto da scoprire. Il professionismo di vertice è un mondo a parte e mai legherà con i Giochi, in quanto i campioni hanno programmi che non si conciliano con la preparazione per le olimpiadi. Evidentemente il flop di Rio non è servito da lezione.
Dal primo al 4 febbraio la Russia di Gofur Rakhimov, con la collaborazione di alcune sigle pro allestisce un Forum che è un vero festival della boxe praticamente la prima convention open. Tra gli invitati il presidente ad interim AIBA Franco Falcinelli e i reggenti Mauricio Sulaiman (WBC), Gilberto Mendoza (WBA) e Daryl Peoples (IBF). Cinque giorni non stop di boxe parlata e giocata. Filmati, dibattiti, audizioni, tavole rotonde, oltre che proposte e tante premiazioni a partire dalla “Leggenda del pugilato”, oltre ad esibizioni dei migliori atleti russi e non solo di boxe. Invitati tutti i campioni vincitori ai Giochi. La FPI tramite l’AIBA ha contattato Benvenuti, Pinto, Musso, De Piccoli, Bolognesi e Arcari, ma sembra che nessuno abbia aderito. Il 3 febbraio la serata di gala, culminata con la riunione al Palazzo del ghiaccio di Adler, cittadina limitrofa a Sochi, imperniata sull’attesa semifinale Superseries dei cruiser tra il russo Murat Gassiev 25) 24 anni e il cubano Yunier Dorticos (22) 31 anni, due tecnici-picchiatori, dall’esito incerto. Entrambi hanno dichiarato che dopo questa sfida di passare nei massimi. La riunione presenta alcuni dei professionisti russi più forti, dal gallo Aloian (3) che difende contro Espinoza (Nic. 15-0-2), l’Internazionale WBA, anticamera per il mondiale. Nella locandina spazio per il supermedio Fedor Chudinov (16-2), il cruiser Maxin Vlasov (41-2) e i leggeri Vage Samkhanyan (17-1-1) e Roman Andreev (20). Una festa della boxe che dovrebbe coinvolgere ben 130 nazioni, tanti sono stati gli inviti diramati. A conferma che la Russia sta puntando al vertice AIBA. Tesi rafforzata dalle recenti dichiarazioni di Franco Falcinelli: “Aver traghettato l’AIBA fino al congresso straordinario di fine gennaio a Dubai, dove l’AIBA ritrova l’equilibrio di vertice, farò sapere la decisione definitiva. Il mio pensiero è di concludere il mio incarico alle elezioni di Mosca a novembre”.