di Giuliano Orlando

Pensando alla traversata degli Stati Uniti ha compiuto il suo piccolo capolavoro. Dalle brume meneghine al mare della Liguria tra soste e cerotti.                                                                                                                

Ci sono gli indiani ma vado avanti lo stesso. Divagazioni di un viaggio a piedi da Milano a Voltri – Ennio Buongiovanni – Fusta editore – Pagine 288 – Euro 18.90.

Non è affatto facile recensire il viaggio di Ennio, personaggio di spessore culturale che conosco da parecchi decenni, al quale mi legano la passione per l’atletica in generale e per la corsa in particolare. Confesso che di questo viaggio a piedi da Milano a Voltri l’ho saputo solo all’uscita del libro, che ho letto con curiosità e divertimento. Perché difficile far conoscere la lunga scarpinata? Perché dei due viaggi, il primo nel 2007, interrotto a Novi Ligure con i piedi che sembravano cartine geografiche punteggiate di ferite e vesciche aperte, il secondo giunto a buon fine tra aprile e maggio 2009, l’autore fa conoscere con dovizia di particolari la storia di ogni metro, paesino o palazzo, ovvero racconta per filo e per segno ogni traccia del suo incedere, vuoi che passi per cittadine o un pugno di case, un ponte che grazie alla sue informazioni torna alla ribalta dopo secoli di silenzio. Un esempio: a pagina 226, parla di Moirago territorio nella zona di Zibido San Giacomo e si addentra fino alla Cascina Salterio, dove racconta trattasi di caratteristico esempio di insediamento della Bassa Milanese, che affonda le sue radici nei primi decenni del Quattrocento o forse prima. Ne racconta dettagli incredibili, dai proprietari (solo tre) alla scoperta di sette medaglioni che l’amico Andrea Pellini, dopo secoli di polvere, andò a scoprire in una stanza, e fu davvero importante, visto che raffiguravano Tiziano, Canova, Cellini, Beccaria, Macchiavelli, Parini e il pittore Luini. I due viaggi sono raccontati con garbo e ironia, sempre infiorettati da informazioni di carattere culturale, la sofferenza che li etichetta e rappresentano il senso della volontà e della fatica. Vista la condizione degli arti: piedi piagati e ginocchia operate, sembra impresa impossibile. Invece al secondo tentativo arriva da Milano a Voltri, il paese del vento, per rivedere il mare, quel mare che fu il primo panorama dell’autore, visto che è nato a La Spezia anche se Milano lo accolse fin dalla tenera età. Sarebbe interessante illustrarvi le peripezie di un podista verso la via del mare nella parte di Ponente di Genova, ma lasciamo al lettore il piacere di conoscerle. Le tappe sono sempre soste d’emergenza, paragonarlo ad Enrico Toti, (cercare su Internet chi era), viene naturale. Ma quello che avviene è ancor più interessante.

Di Alfredo