di Alfredo Bruno

copia-di-dsc_8653Giovanni De Carolis (+ 10, 3 per ko, -1), 24 anni, fa parte delle giovani speranze del boxing nazionale. Alto e con un fisico atletico da l’idea di essere qualcosa di più di un peso medio, anche se ha avuto il riconoscimento di diventare sfidante ufficiale del napoletano Gaetano Nespro. La sua è stata una carriera all’insegna della velocità come può essere un’ auto con il motore truccato. L’incognita per vederlo primeggiare ad alti livelli sta nei suoi margini di miglioramento, che a detta di un esperto come Alberto Chiavarini, suo procuratore, sono ampi e imperscrutabili. Una lancia a favore del sosia romano di Brad Pitt viene spezzata per la serietà con cui conduce i suoi allenamenti nella bella palestra della Team Boxe Roma XI alla Montagnola, gloria e vanto dell’ XI Municipio.

Lo troviamo regolarmente in palestra dopo le 15,30 superscrutato a vista dagli istruttori Mattioli e Ascani, ammirato dai suoi compagni dilettanti che vedono in lui qualcosa di più di un punto d’arrivo.
Quando e come ha iniziato ce lo spiega proprio lui che proveniva dal pallone giocando tra i giovani dell’Almas, squadra romana considerata il vivaio di compagini che vanno per la maggiore nel campionato di serie A: “ Avevo circa 16-17 anni e volevo crescere fisicamente. Mi ero iscritto in una palestra, ma non conoscevo il pugilato. In un angolo ho visto un ring, alcuni sacchi, gente che si allenava là intorno e mi sono incuriosito. Poi a forza di andarci non l’ho più lasciato”.

Dove hai iniziato?
“In una palestra della Garbatella, l’istruttore era Chiacchierini. Lì si allenavano anche Enzo Domino e Roberto Pilo. La società si chiamava Eur Boxe”.

Giovanni ha messo subito in luce doti non comuni dove la sua potenza e la sua aggressività pian piano sono emerse a cominciare dal suo primo match effettuato nel 2003.
“ Da dilettante ho disputato 29 combattimenti e un paio d’anni fa mi hanno proposto di passare professionista. In verità io il pugilato lo avevo visto sempre in chiave dilettantistica, anche se guardando i professionisti vedevo  che c’era qualcosa di più spettacolare nel loro modo di combattere. Quando me l’hanno proposto non ho battuto ciglio ed ho accettato subito. Avevano anche sottolineato che io avevo le caratteristiche adatte per il professionismo. Da dilettante mi sono sempre allenato con serietà e la possibilità di gareggiare per titoli anche a livello internazionale mi allettava, anche se il professionismo era più duro e impegnativo”.

Ti sei pentito?
“Affatto, penso di aver fatto la scelta migliore. Adesso tutto il lavoro che faccio durante il giorno con allenamenti e sacrifici dà i suoi frutti. In un anno e mezzo di attività ho fatto un discreto numero di match, che mi hanno permesso di diventare lo sfidante ufficiale al Titolo Italiano. Le trattative sono avviate e probabilmente il match si farà tra maggio e giugno”.

maxim-bursak-carolis71Non è difficile capire che per De Carolis l’avversario più duro è stato Maksim Bursak a Kiev per il Mondiale Giovani IBF, dove tra l’altro ha perso prima del limite.
“L’accordo per quel match fu fatto quindici giorni prima. Ho commesso tanti errori e mi sono sottoposto a sacrifici esagerati per arrivare in pochi giorni al peso stabilito. In quell’occasione ho chiesto troppo al mio fisico anche il giorno prima del match”.

Se ti riproponessero lo stesso avversario?
“Ci farei subito, senza commettere quegli errori che mi hanno portato a rendere il 30-40%. Nonostante questo anche quando l’arbitro fermò il match all’ VIII round non ero d’accordo su quella decisione perché era pur sempre un Mondiale e volevo giocarmelo fino in fondo. Comunque non ho niente da recriminare, per incontrarlo nuovamente accetterei di tornare in Ukraina”.

Dopo una breve riflessione riprende il filo dei suoi pensieri: “Io il pugilato non lo vedo come una cosa dove si vince e si perde, per me il pugilato è combattere. Quella sconfitta subita in quell’occasione la considero una bella esperienza, anche perché ho conosciuto una Nazione dove il pugilato è molto più sentito che in Italia. In pratica è uno sport nazionale e Kiev era tappezzata di manifesti di pugilato, dove erano rappresentati i fratelli Klitschko e altri loro campioni. La riunione aveva il supporto di varie migliaia di spettatori e presentava una decina di match tra professionisti. E’ stata una bella esperienza e la rifarei a occhi chiusi, Certo in quell’occasione ho pagato il dazio dell’inesperienza. Adesso per quanto riguarda il peso lo mantengo con il lavoro in palestra e con una buona dieta”.

Tu sei Architetto?
“Si stavo studiando Architettura, ma ho rallentato anche perché mi è nata una bambina. Diciamo che mi sono dovuto un po’ adeguare alle necessità economiche e quindi ho lasciato momentaneamente gli studi”.

Fai qualche lavoro?
“Prima lavoravo dentro a uno smorzo. Poi devo dire la verità ho avuto fortuna proprio con questo sport, visto che sto lavorando come istruttore anche privatamente con delle persone. Con l’attività del professionismo e con le lezioni riesco a tirare avanti. Se tu fai un lavoro, 7 ore al giorno, e poi vai in palestra il tuo fisico non sarà mai ricettivo. Però se tu fai un lavoro nell’ambito del tuo sport in palestra, diventa meno pesante”.

Tu il pugilato lo segui?
“Sì molto”.

Il tuo campione preferito?
“Mi è dispiaciuto nel vedere il calo di Roy Jones. Io l’ho sempre seguito e mi ha anche entusiasmato, anche se a volte può apparire arrogante. Però qualche anno fa aveva doti   di grande classe e potenza., dominava avversari fortissimi. Mi piacciono anche De La Hoya e Mayweather. Questi per me sono il top, quelli che vorresti, tra virgolette, imitare e a cui vorresti rubare la tecnica e i movimenti”.

Il tuo ultimo incontro lo hai disputato con Mugurel Sebe a Latina.
“Non è stato un bel match. Sebe è un pugile ostico, lega molto. Sul ring bisogna utilizzare anche il cervello. Probabilmente contro di lui avrei dovuto fare un altro tipo di boxe. Però io sono dell’idea che quando si combatte tutto fa brodo, già per il fatto che sei salito sul ring può essere considerato un’esperienza. Certo lì sopra puoi trovare un picchiatore, puoi trovare un tecnico o un arruffone come Sebe”.

Hai qualche hobbies?
“Il pugilato. Mi piace tutto quello che è combattimento, nel tempo libero spesso mi alleno con persone che praticano arti marziali. Mia moglie non è contenta, perché dice che al primo posto per me c’è il pugilato. E’ uno sport che mi fa sentire libero, anche solo a guardarlo. Dal giorno che ho iniziato questo sport ad oggi potrei contare sulle dita di una mano quanti giorni non mi sono allenato e non ho fatto pugilato”.

Di Alfredo