_DSC0348 come oggetto avanzato-1di Giuliano Orlando

C’è sempre la prima volta. Sul quadrato del Principe, la bomboniera milanese riportata alla luce della boxe da Alessandro Cherchi, nell’occasione sotto l’egida del Comitato Lombardo per la parte dilettantistica (Italia-Polonia jr.) e la collaborazione concreta degli amici di Emiliano Marsili, già tricolore (2010), mondiale IBO (2012) ed europeo (2013), che torna a combattere dopo sei mesi di riposo, affrontando il giovane e ambizioso Zoltan Szabo (18-7), non è un predestinato, ma neppure capro espiatorio. Non solo: ha 23 anni e il ruolo di collaudatore non fa parte della sua mentalità. Incrociare Marsili può essere l’occasione speciale, unica e lui ci ha _DSC0228provato, partendo a mille e trovando nel terzo round il destro che costringe il civitavecchiese, dopo 14 anni di professionismo, per la prima volta ad ascoltare il conteggio, sia pure lucido e pronto a riprendere la battaglia. Da quel momento la fisionomia del match cambia ed Emiliano domina l’avversario, ritrovando sia l’orgoglio del campione ma ancor più la chiave del match in senso tecnico. “Sapevo che mi avrebbe assalito subito – conferma Marsili – ed io stento a scaldarmi, vista anche l’età. Il colpo alla fronte c’è stato e l’ho sentito. Per un attimo mi sono mancate le gambe e giustamente l’arbitro ha iniziato il conteggio. Che mi ha permesso di recuperare in pieno. Dopo non poteva che cambiare. Di farmi battere da un ragazzino, pur bravo, non era nei programmi, Ero allenato bene, ma qualche problema l’avevo a cominciare dal bendaggio. L’unico che me lo fa come voglio è Giulio Spagnoli che non c’era. Per questo motivo non ho cercato il colpo duro,  limitandomi a toccare in velocità. Tutto sommato è stata una prova positiva, anche se il conteggio non era preventivato. Ma ci può stare”.

Parli di programmi. Quali sarebbero?

“Ho sempre pensato che l’unico promoter in grado di farti disputare un mondiale sia Salvatore Cherchi, il Don King italiano. Spero di arrivare a questa sfida entro l’anno. Sono d’accordo gli amici a cominciare da Enrico Tantussi, per cui il progetto è semplice, consapevole che a 40 anni suonati non puoi perdere l’ultimo treno in corsa. Farò il possibile per salirci, che poi vinca anche il premio è l’augurio. Di certo salirò sul ring per disputare il match della vita”. Un altro incontro professionistico l’ha disputato Gabriele Gangi, 22 anni, allievo di Calandrino della Master Boxe locale, in quel di Busto Arsizio (Va) nella piazza principale, davanti a mille persone, affrontando e battendo il piemontese Alfredo Di Bartolo, brevilineo che dopo aver subito per tre round ha fatto soffrire il pugile di casa, nell’ultimo round. Vittoria netta per Gangi, che ha speso tesori di energie nervose e atletiche, alla ricerca del pugno decisivo. Conoscendo le potenzialità  del giovane, ci auguriamo che in futuro metta in atto le qualità tecniche più che quelle muscolari.

Foto Renata Romagnoli

 

Di Alfredo