di Alfredo Bruno
Titolo Mondiale Giovani etichetta IBF non è la marca di un cognac ma l’ennesimo titolo nel mondo variegato della boxe; in compenso quando assisti a un match come quello tra Califano e Nagy perdoni volentieri questa sorta di peccato veniale a cui il ring ci sta abituando. Simone Califano ha riempito la casella vuota dei superpiuma superando dopo 10 drammatiche e intense riprese l’ungherese Istvan Nagy, atleta sorprendente a cui non manca certo un futuro.
Davide Buccioni ci ha riproposto una bella serata di boxe in un nuovo scenario come può essere un curato campo di rugby presso il Centro Sportivo dell’Acqua Acetosa. Il match di Califano ha mostrato subito il lato crudele di questo sport quando dopo i primi scambi l’arcata sinistra dell’allievo di Piatti prima si arrossava poi si apriva facendo zampillare l’allarme rosso del sangue. Una sorta di grand guignol a cui il romano ci metteva del suo subendo inspiegabilmente il lavoro scientifico di Nagy, che sembrava avere un laser nella vista per trovare i varchi nella pur stretta guardia dell’avversario. La seconda ripresa è la fotocopia della prima a cui si aggiunge anche l’arrossamento dell’arcata destra. Califano non ragiona, spara colpi rabbiosi, che vanno per lo più a vuoto mentre Nagy consolida il suo vantaggio anche nella terza ripresa che dopo un bel sinistro del romano torna nel buio totale a causa di una serie fitta di colpi insidiosi da parte dell’ungherese. Forse il pessimismo comincia ad aleggiare non tanto misterioso nell’umida serata estiva dell’ Acqua Acetosa. All’angolo del “Chico” si lavora molto sulla psicologia per ricostruire un morale sotto i tacchi. Alla quarta ripresa Califano appare più concentrato e prova l’uno-due, Nagy trova nel suo repertorio il montante sinistro, più insidioso che potente. La tempesta è passata e lo capisci quando il romano mette a segno una bella serie a due mani mentre Nagy è costretto a rallentare il ritmo proibitivo imposto al match. Destro dritto e gancio sinistro sembrano due missili che compiono la missione di arrivare al volto dell’ ungherese. La ripresa finisce con uno scambio velenoso ma è decisamente favorevole al “reuccio del Tufello”. Le sorprese non finiscono perché Nagy ha sette vite come i gatti: al suo collaudato montante sinistro fa seguire soprattutto dalla corta distanza una ragnatela di colpi che infastidiscono non poco Califano.
Il romano lavora molto con il sinistro, ma il destro lo dimentica nel labirinto delle intenzioni. Il round finisce con il montante e gancio di Nagy. “Mancano due round, lo devi fare tu il match” urla Buccioni. Il “Chico” raccoglie il messaggio e spara mazzate, anche se Nagy lavora bene dalla corta. L’ultimo round vede finalmente un destro alla Califano stamparsi sul volto imperturbabile dell’ungherese. E’ un testa a testa tra spazi risicati al massimo fino alla fine del round senz’altro vinto da Califano. Non è un match facile da giudicare, una sorta di double face ne giustificherebbe qualsiasi esito. Ci pensano i giudici a sciogliere la suspence con un minimo comun denominatore: la vittoria di Califano.
Decisamente buono è stato il rientro di Adriano Cardarello con il suo nuovo angolo formato dagli insegnanti della Talenti Boxe. Il ragazzo dopo 8 mesi di lontananza dal ring ha messo in luce il suo vasto repertorio di colpi, confondendo le idee al pur esperto Petrovics coi suoi repentini cambi di guardia. Sinistro d’autore e destro, sia pure in una sorta di vacanza mordi e fuggi, hanno costituito per il bravo Petrovics, sornione ma sempre pericoloso nelle sue reazioni, armi difficili da controbattere. Buone notizie anche in zona fiato come ha dimostrato “Wonder Boy” al gong di chiusura mimando una serie a vuoto verso il suo angolo.
Davide Buccioni trova il “il filo di Arianna” per salire sul ring imbeccato dal bravissimo Valerio Lamanna. Il promoter riceve una targa e i ringraziamenti per quello che sta facendo a favore della boxe romana da Flavio D’Ambrosi, presidente del Comitato laziale. Diventa ormai una prassi normale la gratitudine per gli sponsor che sembrano aumentare di riunione in riunione e per la Regione nella persona del consigliere Pietro Di Paolo. Buccioni alza le braccia come un vincitore e presenta i suoi gioielli: salgono sul ring applauditissimi Daniele Petrucci, Giorgio Marinelli e Massimiliano Buccheri. Viene anche presentato l’ultimo acquisto: un vero scoop nel mondo del pugilato trattandosi di quel Manuel Ernesti, che da dilettante insieme ad Adriano Cardarello aveva fatto terra bruciata nella categoria dei superwelter.
Tre match di dilettanti sono stati l’aperitivo di una serata decisamente buona e interessante. Fianco e Middei, due cadetti, dopo una partenza contratta dovuta all’emozione si sono sciolti. Fianco ha preso l’iniziativa fin dall’inizio anche se ha dovuto subire qualche colpo d’incontro necessario per tenerlo sul chi va là. Macci Roman, il negretto della Roma Tricolore, ha superato grazie alla sua buona tecnica e scelta di tempo il grintoso Marcocci, calato nell’ultima e decisiva ripresa. Loreti è un medio di vecchio stampo che non ti concede tregua e spazio. Mongiello non ha trovato la soluzione per tenerlo lontano ed è riuscito solo ad alleggerire il pressing del suo avversario con qualche veloce serie da distanza ravvicinata, troppo poco per ribaltare il verdetto.
RISULTATI
Cadetti – Welter: Fianco (Zompatore Boxe Albano) b. Middei (Boxing Time).
Juniores – Superwelter: Macci Roman (AP. Roma Tricolore) b. Marcocci (Scuola di Boxe A. Volpe).
Seniores – Medi: Loreti (Team Boxe Roma XI) b. Mongiello (Olympic Boxe Gym).
Professionisti
Superwelter: Adriano Cardarello (BBT) b. Janos Petrovics (Ungheria) a.p. 6.
Superpiuma: Simone Califano (BBT) b. Istvan Nagy (Ungheria) a.p. 10. Titolo Mondiale Giovani IBF. Giudici: Montella jr. 96-94, Tagliamonti 96-94 e Bianco 96-95, tutti a favore di Califano.
Arbitri: Barrovecchio R. (c.r.), Barrovecchio M., Rega, Zannoni, Lamusta, Montanini.
Medico: dott. Michelino Martino, dott. Emiliano Bonanni.