di Luigi Capogna
La storia di Giovanni Fabrizi è da film. Nato il 7 ottobre del 1943 a Boville Ernica dove tuttora vive circondato dall’affetto della dolce consorte Assunta Mizzoni fotografa, assistente e personal trainer insieme delle due figlie Marianna di 35 anni e Pina di 56 anni madre di tre stupendi nipoti Vanessa, Gianni e Giandomenico a cui ha pensato bene di raccontare con un pizzico di nostalgia la sua vita, la sua storia. Ottant’anni tutti di corsa. Dai campionati italiani fino alle gare di atletica outdoor. Un lavoro di riflessione sul tempo attraverso la concezione personale dell’eternità e una prima ricerca spirituale sul senso della vita. La vita avventurosa dell’intonacatore o come si diceva allora “attacca-calce” dal piccolo paese ad eterno pendolare che è riuscito a costruirsi una casa tutta sua facendo baratto con gli altri edili della zona di Colle S Paolo nella frazione di S. Liberata dove tutti lo conoscono e tutti si conoscono. Il mestiere di operaio edile Giovanni lo ha svolto fino a sessant’anni, quando sulla scia degli amici «quarantenni», scopre la sua seconda vita, la passione per la corsa. Ha iniziato ad essere un atleta però con la boxe, la boxe di un tempo ormai lontano ma non troppo perché quella passione ancora lo avvolge e lo inebria in maniera fantastica. Indossa i guantoni nella leggendaria palestra Passerini di Montesacro a Roma. Combatte negli anni 60 fino al 1963 tantissime volte nei mitici Sferisterio e Palazzetto dello Sport ma il cantiere è troppo faticoso e il richiamo della famiglia sono dei deterrenti troppo importanti per la vita tranquilla di Giovanni che chiude a malincuore con il ring per dedicarsi a costruire un futuro più roseo per la sua famiglia e da allora comincia a tagliare traguardi. “Era la fine degli anni ’80 quando ho preso il via grazie », racconta Marianna, la primogenita di Giovanni alla maratona amatoriale”.
Fino ad oggi, tranne i consigli tecnici dei fraterni amici della società sportiva Endurance Training di Torrice, era assolutamente indipendente in tutte le sue trasferte agonistiche; sempre rigorosamente accompagnato dalla sua Assunta. Adesso lo accompagnano e lo seguono anche nella mezz’ora di allenamento, le sgambate che si concede ogni due giorni. Allenamento costante e una dieta sana e certosina, lo ha portato a conseguire risultati straordinari. La prima vittoria a un campionato italiano è stata il viatico per la conquista di titoli italiani over 60, record nazionali e tantissimi ottimi risultati. Ha disputato circa 1800 corse di velocità su strade italiane e straniere oltre a tantissime maratone. Ma l’apice della carriera di atleta all’ invidiabile età di 80 anni sarà il ritorno sul ring per almeno un’esibizione. Per questo motivo ha già ripreso con grinta e determinazione a frequentare la palestra di Federico Quattrociocchi in via Rotabile a Boville Ernica, a infilare guantoni e caschetto per riprendere dove aveva a malincuore lasciato. Il segreto? “L’ho detto già quando sono stato invitato come ospite a salire sul ring nella riunione pugilistica di Castelliri del 22 luglio scorso che mi ha nuovamente contagiato la boxe nell’assistere dal vivo e vedere tanti ragazzi combattere con forza, grinta e passione ma soprattutto mi ha entusiasmato l’amore per il pugilato che non mi ha mai abbandonato”. I tanti trofei, le innumerevoli medaglie, le moltissime targhe vinte non hanno lo stesso valore di un attestato di partecipazione ad un qualsiasi torneo o incontro di boxe perciò vorrei tanto ritrovare tutte quelle emozioni, quelle sensazioni che ricordo con tanta nostalgia quando ero un ragazzo completamente affascinato dalla boxe”.
Ricordi vivi nella mente lucida e la memoria che sembra scolpita nel marmo e che Giovanni invia a tutti coloro che non hanno ancora capito che non esiste un tempo per cominciare e neanche uno per smettere di fare sport. Per questo ai giovani ricordo spesso che durante la Seconda Guerra mondiale ho visto la fame e la necessità di lavorare duramente nei cantieri edili e poi ho vissuto la ripresa, il boom economico ma lavorando sempre con onestà per mandare avanti la famiglia che è la mia vita, come lo sport e in particolare la boxe. L’attività fisica e la gara, il confronto con gli altri vissuta con spiritualità. Un inguaribile ottimista. Un uomo verticale che si abbevera alla fonte della curiosità. Prega, suda e corre felice Giovanni nel suo cammino da autentico atleta, non smette mai di ripetere che “lo sport è gioia, amicizia, eguaglianza … È fraternità”. Messaggi che l’hanno reso un punto di riferimento. La sua fama ha varcato la Ciociaria ed anche i confini nazionali ma rimane un curioso, un modesto a cui piace conoscere nuove persone e parlare in mezzo ai ragazzi a cui ripete spesso che:” Serve costanza, disciplina e applicazione ma soprattutto non mollare mai lavorando sodo e credendo nei propri mezzi per raggiungere i propri sogni. Pugile o maratoneta si diventa ma campioni si nasce. Ho avuto la fortuna di avere da madre natura delle doti che poi ho sviluppato fisicamente e mentalmente ma ripeto fino alla fine servono applicazione, tenacia, autostima e un pizzico di incoscienza”. Tagliare il filo del traguardo è raggiungere uno scopo trovare una ragione e su un ring sentire il suono del gong all’ultima ripresa e non importa se hai vinto il match o se sei arrivato primo conta solo aver vinto una sfida con te stesso o con un antagonista. Non importa se alzi le braccia al cielo ….. o se devi rialzarti dopo un Ko ….. l’importante è sentirsi soddisfatto, appagato perché hai dato in ogni caso tutto te stesso.