di Giuliano Orlando
Roberto Cammarelle, il dilettante che ha toccato il vertice olimpico nel 2008 e avrebbe strameritato anche l’oro a Londra nel 2012, oltre ai mondiali 2007 e 2009, ora dirigente nelle FFOO, con compiti di responsabilità nella conduzione del settore pugilistico, ha debuttato ufficialmente all’angolo di una squadra azzurra. Lo ha fatto, guidando 6 atleti e due atlete impegnate nel dual match Svizzera-Italia sul ring di Zurigo. Questa la sua cronaca della trasferta: “In verità eravamo partiti pensando ad un quadrangolare con i padroni di casa, oltre a Polonia e Norvegia. Giunti sul posto abbiamo appreso che si sarebbe svolto un doppio confronto con la Svizzera, non essendo arrivare le altre due formazioni invitate. Ci siamo adeguati e abbiamo anche pagato il fattore campo in alcuni casi decisamente sfacciato. Certi verdetti, visto che arbitri e giudici erano tutti svizzeri, avevano il sapore del gusto casalingo più dell’Emmental. In particolare hanno pagato pedaggio, Erylmaz nei 56 kg., Maniscalco (81) e le due azzurre Martusciello e Nicoli, in particolare la seconda che aveva vinto entrambi i match. Gli altri si sono battuti bene, ma hanno trovato avversari tosti e decisi. Inoltre si capiva che certi pugili locali non dovevano perdere, in preparazione agli assoluti in programa a novembre”.
Dal programma leggo che ha combattuto anche Sandra Brugger, considerata la più grande pugile donna svizzero, in attività dal 2006, dotata di un bagaglio tecnico notevole e potenza. Ha conquistato due argenti europei nel 2006 e 2007, ha preso parte ai mondiali del 2008 e ancora oggi si difende molto bene, nonostante gli anni. Contro di lei come se la sono cavata le due italiane?
“Anche se cariche di lavoro, quindi meno brillanti del solito, Francesca si è difesa bene sia con la Brugger che contro la Hungerbuhler, mentre Rebecca non aveva perduto con la Brugger e aveva dominato l’altra svizzera. Entrambe hanno finito in affanno. Inoltre, la lombarda ha solo 19 anni, e molta esperienza da incorporare. Ha dimostrato comunque carattere e anche una potenza naturale che deve perfezionare. Il tempo gioca a suo favore. Al momento è un peso leggero da costruire muscolarmente. Il responsabile svizzero, dopo il verdetto è venuto a chiedere scusa. Lo ha fatto diverse volte e ad un certo punto mi è venuto da ridere. In particolare dopo la vittoria di Smejl su Maniscalcio (81), quella di Penna su De Rosa (60) e Varga su Buremi (69). I nostri hanno ottenuto vittorie ufficiali con Buremi su Winterhalder, Sarchioto su Salika, Antonaci su Smejl e De Rosa su Barreto. Avrei preferito tornare a casa con la vittoria, ma ho capito subito che certi verdetti erano già stati confezionati. Arbitri e tecnici erano in grande confidenza e si capiva che salvo il ko, per vincere dovevi dominare e magari non bastava. Tutto il mondo è paese e la Svizzera non fa eccezione. Che in qualche caso ci abbiamo messo del nostro è anche vero. A Sarchioto il consiglio di combattere con giudizio nel secondo match è andato a vuoto. Così si è vista una zuffa inguardabile e i giudizi non hanno avuto dubbi sul verdetto. Antonaci bravo e lucido nel primo incontro, ha voluto fare a botte nel secondo. Quando gli ho fatto rilevare la faccenda, mi ha risposto che personalmente era soddisfatto della sua prova. Contento lui, niente da replicare. Comunque per tutti è stata utile esperienza”.
La prossima uscita?
“Non ne ho la minima idea. Anche se guidare i pugili all’angolo mi è sempre piaciuto. Magari riprovare per ottenere un successo italiano”.