Quel vecchio amico chiamato Olimpico, con i capelli bianchi e qualche ruga in più.
Fabio Argentini, Luigi Panella – Il nostro teatro dei sogni – Ultra Sport – Pag. 288 – Euro 19.50.
Lo Stadio Olimpico ha una certezza: quella di essere un vecchio amico dei romani. Sulla data di nascita, le cose si fanno più complicate. Le inaugurazioni si succedono con diverse scadenze. Il disegno è dell’architetto Dino Del Debbio, che disegna un Parco a tema sportivo, incentrato su un grande stadio. Nel progetto il campo di tiro, la piscina per il nuoto e campi da tennis. Infine il teatro per conciliare arte e sport, nel segno dell’antica Grecia in chiave moderna. La prima pietra viene posata il 5 febbraio 1928. Inizialmente l’impianto prende il nome di Stadio dei Cipressi e inaugurato nel 1932, privo di qualsiasi struttura muraria a vista, soltanto terrazze erbose e filari di cipressi. Il primo anello rigorosamente in marmo vede la luce cinque anni dopo. Quattro gradinate che hanno resistito nel tempo, oggi indicate come parterre nella tribuna Tevere. Cambio del nome, indicato come Olimpionico. Nel 1939 si prende il considerazione l’ampliamento dello stadio, ma la guerra ferma tutto. Solo nel 1950 si realizzano altri due anelli, e nasce l’Olimpico in prospettiva dei Giochi del 1960. L’inaugurazione dello stadio completato avviene il 17 maggio 1953 con la sfida calcistica tra Italia e Ungheria. All’inaugurazione dei Giochi altro vernissage e successivamente un ritocco in vista dei mondiali di calcio. L’Olimpico non è solo Roma e Lazio, le cui tifoserie lo riempiono ad ogni campionato, ma grandi incontri internazionali, alcuni dei quali storici. Nel novembre 1963 si ricorda la sfida tra un’Italia giovane e l’URSS capitanato dal grande portiere Jascin, un mito mondiale. Che si conferma tale, parando a Sandro Mazzola, il gol che avrebbe dato la vittoria all’Italia. Ci sono poi i derby, nei quali sport e passione si coniugano e si scontrano. L’Olimpico subisce l’inarrestabile trasformazione, ospitando serate di musica dai Rolling Stones ai Pooh, come liriche e grandi appuntamenti del rugby azzurro. Guardare nella sfera di cristallo per conoscere il futuro di questo glorioso stadio è come entrare in una camera senza finestre e impianto di illuminazione. Non si vede nulla. Il progetto del nuovo stadio di proprietà della Roma, si sta dimostrando un percorso ad ostacoli più irto del previsto. Il progetto della Lazio è solo sulla carta. In tutto questo racconto fatto di ipotesi, lo Stadio Olimpico resta l’unica realtà in funzione.
Giuliano Orlando