Dica 33 ed ecco apparire gli indimenticabili dell’Inter da Angelillo a  Zenga

Francesco Caremani – Nerazzurri siamo noi – Bradipolibri – Pag. 228 – Euro 15.00.

L’autore ha affidato a Bonimba, ovvero a Roberto Boninsegna, la prefazione della rassegna dei campioni targati nerazzurro. Ovvero al giocatore che per vestire quella maglia, dovette tribolare niente male. Non solo, il soggiorno sulla sponda dell’Inter pur toccando punte notevoli, fu punteggiato da intermittenze polemiche nei rapporti con i tecnici, Helenio Herrera e Valcareggi in nazionale. Interista fino al midollo, face tappe importanti al Cagliari e alla Juve, ma come sempre accade, tra cento rimpianti e brontolii, qualche vendetta ha saputo pure consumarla. Gli altri 32 indimenticabili sono una passerella che la tifoseria nerazzurra leggerà con grande partecipazione. Una sfilata che inizia con “Spillo” Arcobelli, una macchina da gol, una luna senza eclissi. Chi lo direbbe, ma nel mazzo spunta pure Amedeo Amadei detto il “fornaretto”, idolo della Roma fino alla fine della Grande Guerra, poi passa all’Inter dove trova la strada della Nazionale e tanti gol. Chi non ricorda Valentin Agellillo? Uno dei tre “angeli dalla faccia sporca”, gli altri due erano Sivori e Maschio, giunti dall’Argentina, con radici italiane. Anche se con l’Inter vinse poco o nulla, ma ha firmato il record assoluto dei gol nei tornei a 18 squadre: 33 reti, nessuno come lui. Artista del pallone, trovò l’ostilità in Herrera Helenio, che lo fece vendere alla Roma. Ugualmente la tifoseria interista lo ha sempre osannato. Tanti altri nomi scorrono: Mario Corso il mancino indolente, che beffava i portieri con le sue “foglie morte”, l’indimenticabile Facchetti il capitano dei capitani, Guarneri e Lorenzi il “veleno” toscano, il grande Meazza, genio del calcio negli anni ’30, classe infinita e colonna della Nazionale di Vittorio Pozzo, Oriali e l’uomo simbolo della grande Inter, l’altro toscano Picchi, il portiere Sarti che ipnotizzava gli attaccanti dai nove metri, lo svedese Skoglund genio e sregolatezza, il grande Luisito Suarez e il perfetto gregario Tagnin, l’altro estroso portiere Zenga, cuor di leone, gli allenatori Herrera, Mourihno e Peppino Prisco nato nerazzurro, fino a Zanetti argentino col cuore nerazzurro. Non c’è uno migliore dell’altro, ma tutti interisti doc.                                                                                                                                              

                                                                                                                   Giuliano Orlando 

 

Di Alfredo