di Giuliano Orlando
Non ho alcuna remora nel dichiarami un appassionato del volley, sport spettacolare che nelle ultime due rassegne iridate la Rai ha seguito con grandissimo successo. Dopo la delusione dei maschi, fuori dalle medaglie, ci hanno pensato le ragazze a disputare un mondiale con i controfiocchi, sfiorando il trionfo, sfuggito al tie break contro le fortissime serbe, più esperte e favorite. Un argento che giustamente non ha fatto gridare alla delusione come d’uso di solito degli italiani. Dando atto alla squadra di sentirsi sostenuta dal pubblico come forse mai era accaduto. La RAI ha fatto ottimi servizi, seguendole anche nei giorni successivi, in particolare al ritorno dal Giappone, praticamente dall’aeroporto a casa. I vari telegiornali da quelli sportivi ai a quelli politici nazionali, da RaiNews alle emittenti locali, oltre a Sky e i vari canali. Dato atto del merito, da telespettatore sportivo, ho seguito anche gli europei jr. e i Giochi giovanili quadriennali, i primi disputati ad Anapa in Russia, i secondi a Buenos Aires in Argentina. Entrambe le manifestazioni sono state ignorate dalla nostra tv. Da Buenos Aires, la sola Sky ha trasmesso l’atletica leggera e qualche notizia e livello di striscia degli altri sport. Per dare un’idea delle difficoltà di cogliere medaglie agli europei jr. (16-17 anni), nei maschi sulle 32 nazioni in gara, solo 5 sono giunte all’oro, tra queste l’Italia. Da sempre azzurri e azzurre partono con handicap stellari in fatto di esperienza. Russi, ucraini, azeri, inglesi, irlandesi, ungheresi, georgiani, turchi e le altre nazioni ex Urss, hanno almeno il doppio degli incontri rispetto a noi, la Russia in particolare sceglie da una base di alcune migliaia di pari età, contro un centinaio di casa nostra. Alla fine dei due tornei con 13 categorie ciascuno, l’Italia ha conquistato 7 medaglie di cui una d’oro e tre d’argento, oltre a tre bronzi. L’oro con Michele Baldassi nei 50 kg., napoletano della Boxe Vesuviana, 17 anni e meno di 20 incontri, contro gli altre 60 del georgiano Nikabadze, testa di serie, l’altro finalista che nei quarti aveva eliminato il russo Muslimov nel cui record figurano più di 100 incontri e vittorie nei tornei internazionali. L’Italiano ha dominato la finale, dopo tre precedenti incontri, battendo il croato Alagic, e O’Brien (Irla) e Hicford (Ing), ben più quotati dell’azzurro. Da tenere conto che i giudici nei nostri confronti non sono mai generosi, semmai il contrario. Le vittorie di Michele sono frutto di una netta superiorità, grazie ad una boxe intelligente di ottimo livello tecnico. L’altro italiano finalista è stato Yassin Hermi, nei 70 kg. mamma fiorentina dove è nato e papà tunisino di origine, l’ultimo gioiello di Alex Boncinelli, il maestro che ha scoperto e fatto diventare campioni Leo Bundu e Mihamed Obbadi. Yassin ha dovuto accettare l’argento contro il russo Usov per la ragione che boxava in trasferta. Purtroppo solo un giudice ha avuto il coraggio di vederlo vincitore, gli altri quattro hanno scelto l’atleta di casa. Comunque una grande soddisfazione per la squadra che da anni il tecnico Giulio Coletta porta avanti tra non poche difficoltà. Dando atto alle società che collaborano con passione ed entusiasmo nello scoprire talenti in erba. Lo stesso avviene nel settore femminile, guidato da Emy Renzini, che nonostante una base decisamente modesta nei numeri, trova da anni talenti capaci di vincere nelle rassegne internazionali. Con la catanese Lucia Ayari nei 50 kg. ci sarebbe riuscita, se non si fosse creato un clima sfacciatamente favorevole alla montenegrina Goikovic, sospinta al primo titolo per la giovane nazione balcanica, con un lungo articolo pubblicato alla vigilia delle finali, sul sito dell’EUBC, dove l’anonimo autore descriveva con enfasi questa giovane finalista, anticipando di fatto il verdetto. Tra l’altro, il redattore del servizio, ignorava totalmente i quattro finalisti azzurri. Più scorretto di così non poteva dimostrarsi. Ho fatto presente la cosa al presidente Falcinelli, augurandomi che perlomeno non si ripeta una simile partigianeria. Sul ring mentre la Gojkovc indietreggiava sotto gli attacchi dell’italiana, i giudici vedevano solo i colpi della montenegrina. Infatti 4 giudici la designavano vincitrice e uno solo aveva il coraggio di dissentire. A Buenos Aires, ai Giochi giovanili, presente il meglio del mondo youth (17-18 anni), manifestazione quadriennale, la nostra Martina La Piana (51 kg.) un talento assoluto, dominatrice nelle jr. al primo anno da youth ha non solo vinto il torneo, ma asfaltato le prime tre del mondo. L’indiana Jyoti, 19 anni contro gli ancora 16 della siciliana, iridata 2017, la Garcia (Usa) iridata in carica e la nigeriana Gbadamosi, che si era preso il lusso di battere la bulgara Stoeva oro europeo 2017 e argento 2018. La mancina allieva del maestro Cavallaro, si è presa la tripla rivincita alla delusione dei mondiali di Budapest dello scorso agosto. La Piana è un talento assoluto, considerata non inferiore alla Galassi e lo ha dimostrato nell’esame più importante dell’anno. Questi giovani hanno onorato l’Italia all’estero tramite lo sport. Come le pallavoliste azzurre. Perché le loro imprese non hanno meritato qualche secondo sui canali RAI? Nessuna critica preconcetta, ma queste imprese, non meno difficili delle altre vittorie, sembrano passare sempre più spesso sotto silenzio. Quasi un destino scritto. Personalmente non sono d’accordo e ci tengo a sottolinearlo e scriverlo. Che poi non abbia successo, pazienza, ma almeno una voce c’è stata.