ThurmanvsSotoKarass1Sabato 13 Leonard Bundu fa il suo esordio nella scena mondiale che conta in una sede da brivido come può essere l’MGM Grand di Las Vegas. In una serata stellare organizzata dalla Golden Boy Promotion di Oscar De La Hoya affronterà sulle 12 riprese l’imbattuto Keith Thurman (+ 23, 21 per ko, 1 NC), giovane pugile emergente coi suoi 26 anni, per il mondiale interim WBA dei welter. Un titolo che il pugile della Florida difende per la terza volta in attesa che sua maestà Floyd Mayweather scenda dal suo piedistallo di supercampione per affrontarlo. Questo per il momento non avviene per un semplice motivo, il più banale ed è quello dei soldi. Secondo il manager/consulente di Floyd, Al Haymon, che tra l’altro cura pure l’attività di Thurman e di Bundu per quanto riguarda la gestione americana, non è ancora il momento di lanciare definitivamente il primo. Qualcuno dice addirittura che Haymon tema che Thurman rappresenti un rischio per Mayweather, gallina dalle uova d’oro, ma non ci sono prove di questo. Maidana, che tra l’altro aveva svicolato dall’ostacolo Thurman affrontando Broner, era ritenuto per considerazione generale avversario più consistente dal lato mediatico. Thurman aspetta con pazienza il suo turno di “un posto al sole” accontentandosi di polverizzare gente solida e di buona caratura sfogliando un’ ipotetica margherita in attesa della grande “chiamata” quella che lo introduca nella storia e gli spalanchi i forzieri delle televisioni e degli organizzatori. Di fronte alla sua straripante aggressività è crollata gente del calibro di Lora, Quintana, Diego Chaves, Soto Karass e da ultimo l’esperto Julio Diaz.  Negli ultimi 12 matches solo lo sloveno Jan Zaveck, ex campione del mondo IBF, è riuscito a sentire il suono dell’ultimo gong. La stampa specializzata segue con curiosità “One Time”, nomignolo affibbiatogli ad inizio carriera quando i primi 9 avversari non superarono il primo round. “One Time” sta anche a significare che Keith oltre ad una boxe all’arma bianca possiede una non indifferente potenza che gli dà la possibilità di risolvere il match anche con un colpo solo. L’HBO cerca dal canto suo nuova linfa da iniettare al pubblico insieme al collaudatissimo trio formato da Pacquiao, Marquez e Bradley, che la gente vede non più con buon occhio, ma cerca la novità che potrebbe essere rappresentata da Thurman, un pugile spettacolare con talento e simpatica personalità. La sua giovane età gli permette di veleggiare tranquillamente ad alti livelli, un paio di buoni matches dovrebbero diventare il bypass per affrontare Tim Bradley, ovvero la strada maestra per la gloria. Lo aspettano al varco gli appassionati, sia i puristi che quelli assetati di sangue. In tutto questo discorso compone un pezzo importante del puzzle il nostro Leonard Bundu, imbattuto, 40 anni portati magnificamente e con il titolo europeo ben tenuto saldamente, che non è poca cosa oggi nella considerazione dell’esigente pubblico americano. Se Thurman dovesse superare il nostro campione sarebbe il suo primo grande gradino, se dovesse avvenire il contrario, si aprirebbero nuovi scenari che permetterebbero al toscano della Sierra Leone di bruciare le tappe, visto anche la sua non più verde età in una sorta da incastro per una scala reale momentaneamente bucata. Non dimentichiamoci che Thurman, nonostante la sua giovane età, ha anche conseguito da dilettante ben 101 vittorie (76 per ko), perdendo ai Trials per i mondiali per due volte con Demetrius Andrade, attuale campione del mondo WBO dei superwelter. Sono tutte cifre da predestinato.

(Alfredo Bruno)

Di Alfredo