spada.jpgÈ alla Laima Team, palestra situata tra i quartieri Tuscolano ed Appio, che si allena Domenico Spada, detto “Vulcano”. Soprannome che, a prima vista, sembrerebbe dettato dallo strapotere fisico che sprigiona sul ring. Invece, per sua stessa ammissione, si tratta di una trovata del padre di Simeon, che lo aveva soprannominato così per chiamarlo più facilmente quando i due si allenavano insieme in prossimità delle Olimpiadi di Sidney e Domenico era l’unico che riusciva a tener testa al figlio. Fatto sta che l’appellativo è risultato particolarmente gradito, se il modello di Spada “resta Tyson, perché a vent’anni era già campione del mondo e perché alcune sue caratteristiche tecniche, irruenza e aggressività su tutte, le ho fatte mie.”

E ancor più apprezzato, se nel corso della riunione con Sarcodi, dello scorso giugno a Roma, all’ex Stadio della Pallacorda, una maglietta su cui campeggiava la scritta “Vulcano Spada Junior” faceva bella mostra di sé addosso al piccolo Angelo, soli 2 anni di età e già la boxe nel sangue, come ci confessa lo stesso Domenico: “A mio figlio sembra interessare solo il pugilato. Ogni volta che vede un incontro, anziché aver paura come la maggior parte dei bambini, si esalta. Lui e Claudia, la donna con cui convivo, mi sono sempre accanto.” Già, la famiglia. Aspetto fondamentale nella vita di ogni atleta, soprattutto se di origini gitane come lui. “Sono orgoglioso della mia etnia e appartengo ad una famiglia molto numerosa, in cui la tradizione pugilistica è sempre stata viva.” L’orgoglio è evidente sul suo volto, la volontà è scritta nella sua storia sportiva (Campione d’Italia Juniores a 14 anni, professionista a 21, Campione d’Italia dei medi a 25) e confermata dalle sue parole: “Il mio obiettivo coincide con mio sogno: diventare Campione del Mondo. Se si è sicuri dei propri mezzi nessun risultato è proibito. Non è presunzione: dietro la mia sicurezza ci sono circa 4 ore quotidiane di allenamento duro.” E un allenatore, Egidio Agnuzzi, che lo segue come un’ombra ogni giorno: “Da dodici anni è il mio maestro, praticamente da quando ho iniziato a praticare questo sport: tra noi due ormai c’è grandissima sintonia.” E quando i successi non minano i rapporti personali, il futuro promette bene.