E’ stato un fine settimana da incorniciare per la Boxe Cavallari, a cominciare ovviamente da venerdì sera, con la manifestazione allestita a Livorno alla quale hanno assistito circa mille spettatori: tre i match professionistici in cartellone (con due titoli in palio), tutti intensi, equilibrati e spettacolari; e gli sforzi organizzativi sono stati completamente ripagati dai pugili del Team Cavallari-Ventura, i quali sono saliti sul ring preparatissimi dando il meglio di sé.


Il primo incontro era un derby di scuderia, categoria superwelter, che ha visto affrontarsi il ferrarese Marcello Matano, 26enne allenato dal maestro Rosario Croce, ed il siciliano di Bagheria Giovanni D’Antoni, 23enne con all’angolo il maestro Salvatore Martolana. I due ragazzi hanno dato vita a sei round bellissimi e combattutissimi: dopo un inizio di sostanziale equilibrio in cui è stato però più preciso ed incisivo D’Antoni, con il passare delle riprese è venuta fuori l’esuberanza fisica di Matano, che ha lentamente fiaccato le velleità del pur mai domo avversario. Sacrosanta vittoria ai punti per il ferrarese, il quale dopo sei match da prof conserva l’imbattibilità, ma esperienza da mettere a frutto per entrambi, con la consapevolezza che in un match del genere si impara di più che in cinque test contro ‘sparring partner’ magari dell’Europa dell’Est.
Sul ring del Palamacchia è poi andato in scena il titolo italiano dei pesi welter, con il campione del Team Cavallari-Ventura Gianluca Frezza che ha difeso vittoriosamente la cintura contro lo sfidante Antonio Moscatiello, dimostrando progressi notevoli dal punto di vista sia tecnico che psicologico. Anche in questo caso gli spettatori hanno potuto godersi dieci round di intensità spaventosa, con i due contendenti sempre all’attacco. Frezza, pavese d’adozione allenato dal maestro Luciano Bernini, ha subìto in apertura dalla breve distanza qualche colpo pericoloso del più potente Moscatiello, prendendo però dal secondo round le giuste misure difensive e continuando a pressare il milanese con una varietà di soluzioni offensive mai vista nelle uscite precedenti. Evidentemente la cintura di campione italiano gli ha infuso maggiore fiducia nei propri mezzi. Netto e senza discussioni il verdetto in suo favore: 98-92 e doppio 97-93.
Infine, nel tripudio degli spettatori livornesi, è stata la volta dell’idolo locale Lenny Bottai, il quale ha conquistato la quarta cintura della sua carriera (Campione del Mediterraneo Wbc) contro il turco-tedesco Harun Hackabelen, fornendo una prestazione più che convincente e dimostrando di avere completamente metabolizzato la sconfitta subita un anno fa da Hamilcaro e di essere pronto per nuove e prestigiose sfide. Hackabelen, 20 anni (contro i 35 di Bottai), non è stato cliente semplice, mettendo in mostra nei primi round grande combattività e mani pesanti e pericolose soprattutto dalla breve distanza. Dopo 4 round la lettura dei cartellini parziali segna infatti un pareggio (due 38-38 e un 39-37 per il livornese seguito all’angolo dal maestro Massimo Rizzoli). Con il passare delle riprese (tutte combattute ad un ritmo elevatissimo) Bottai, grazie anche ad una preparazione fisica perfetta, intensifica la propria azione prendendo le giuste misure all’avversario, il quale non riesce a difendersi a dovere dai colpi ‘dritti’, soprattutto i diretti sinistri. Il turco non molla e, pur subendo molti pugni, cerca di rispondere in ogni occasione. Nel nono round il tracollo, evidente a tutti tranne che al suo angolo (se non si getta la spugna in questi casi quando la si getta?) ed all’arbitro della Wbc Smail Alitouche, che non ferma il match nonostante lo stesso Bottai si fermi per un attimo rivolgendosi a lui con lo sguardo vedendo l’avversario in grave difficoltà. Dopo 2’ 47” della nona ripresa il ko è drammatico e rovinoso (fortunatamente senza gravi conseguenze), con Bottai e tutti i suoi tifosi che non possono gioire per la vittoria preoccupati per le condizioni del turco portato via in barella. E’ stato l’unico, grave, neo della serata: nel pugilato non bisogna arrivare a tanto, anche se si tratta di un titolo Wbc. Il match andava fermato prima, dall’arbitro o dall’angolo di Hakcabelen. Sono errori che non vanno assolutamente commessi, e che possono avere un prezzo assai salato.

 Sabato sera Sergio Cavallari era già al Forum di Assago, dove hanno combattuto in apertura delle World Series i suoi due ‘pupilli’ milanesi: il campione italiano dei superleggeri Renato De Donato contro il nicaraguense Santos Medrano, ed il welter Riccardo Pintaudi contro Michele Mottolese. Due ottime prestazioni e due vittorie nette e convincenti davanti ad un folto pubblico: ai punti per De Donato, per ferita alla terza ripresa per Pintaudi.

 Ufficio stampa Boxe Cavallari

Foto di Marco Chiesa

 

Di Alfredo